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Valeria ci porta “En plein air”

Forme morbide che vogliono quasi librarsi in aria e sconfiggere la gravità: questa l’idea alla base della collezione En plein Air di Valeria Amara, che lei stessa definisce come la rappresentazione visiva e materica del percorso nel mondo della moda che ha intrapreso.

Tutto è nato da una passeggiata lungo la High Line di New York, quando Valeria è entrata in contatto per la prima volta con l’architettura decostruttivista di Zaha Hadid, l’architetto iracheno che è stata la fonte della sua ispirazione. Le linee pulite, morbide e quasi prive di spigoli delle sue costruzioni, quel mix di acciaio e aria che le rende capaci di librarsi in aria sono state riportate da Valeria nelle sue creazioni.

Anche il nome della collezione, En plein air, rimanda all’idea di qualcosa che entra a contatto con il mondo esterno, ma allo stesso tempo è capace di sfidare ciò che lo circonda. Osservare il mondo e percepire l’esterno è, per Valeria, qualcosa di dinamico e in costante evoluzione, un’idea che la nostra studentessa ha voluto ricreare con i suoi abiti.

Ne deriva una collezione autunno/inverno in cui le linee richiamano quelle dei palazzi dell’architetto iracheno: linee morbide e pulite, angoli smussati e ariosi, volumi geometrici e sovrapponibili. Questa linearità è ribadita dall’assenza di stampe e dall’utilizzo di tinte unite; i colori usati sono polverosi ma non neutri, dal verde salvia al rosso zenzero al blu notte.

I tessuti sono semitrasparenti e leggeri e in particolare predomina il nunofeltro, che Valeria ha creato personalmente e artigianalmente mixando altri materiali. Questa scelta risponde anche alle esigenze di una moda sempre più ecosostenibile e, così, ancora una volta l’idea dell’ambiente esterno si ritrova nella collezione En plein air.

Partendo dalla sua visione del mondo dinamica e aperta, Valeria è desiderosa di mettere in pratica le abilità che ha acquisito in qualunque valida opportunità che le si presenterà nel futuro, ma la sartoria resta il suo sogno più grande, il suo “primo amore”.

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